domenica 31 ottobre 2010

La società che non sa ascoltare


Trovo sul web e ripubblico:

05/11/2009
Scritto da: Marco Pratellesi alle 16:05
Tags: ascoltare, auricolari, cellulari, cuffie, iPod

Un vecchio detto rabbinico suggerisce: “Se Dio ci ha dato una bocca e due orecchie, è per ricordarci che dobbiamo saper ascoltare il doppio di quanto parliamo”. Esattamente il contrario di quanto sta avvenendo. Sarà il risultato dei troppi stimoli, delle troppe sollecitazioni, del rumore in cui siamo immersi, della valanga di informazioni, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: viviamo in una società che soffre di un deficit di attenzione.

Qualcuno ci parla e improvvisamente ci chiede: “Ma stai ascoltando cosa ti dico?”. Ha ragione, ascoltavamo, apparentemente, con gli occhi, forse anche con le orecchie, ma il nostro cervello si rifiutava di processare le informazioni. Il simbolo dei nostri tempi sono gli auricolari, terminali tentacolari di cellulari o iPod, con i quali selezioniamo gli unici “rumori” che siamo disposti ad ascoltare.

E in questa società “parlante” stiamo rapidamente perdendo la nostra capacità di ascoltare le persone e il mondo intorno a noi. Dobbiamo aspettarci che le generazioni future, incapaci di ascoltare, comunicheranno solo attraverso gli schermi dei computer e dei cellulari? Forse no. Ma buone orecchie sono il segreto del successo in molte attività: dalla medicina al giornalismo, dagli affari alla legge. Una società che non sa più ascoltare rischia di prendere “lucciole per lanterne”.

martedì 5 ottobre 2010

Lavoro, no alla musica di sottofondo "Riduce le prestazioni intellettuali" da La Repubblica

L'articolo da Repubblica Salute
... Sarà pure una piacevole abitudine, ma la musica di sottofondo - classica, rock, jazz o soul che sia - non favorisce le prestazioni lavorative perché riduce la concentrazione e di conseguenza le performance cognitive. E questo a prescindere dal fatto che si tratti o meno della nostra musica preferita.

La tesi è il punto di approdo di uno studio condotto dagli psicologi Nick Perham e Joanne Vizard della University of Wales - Institute Cardiff, pubblicato sulla rivista Applied Cognitive Psychology. ...